PER LA SALUTE E L’AMBIENTE LIGURI. UN MANIFESTO
Nei suoi primi otto mesi di vita, la news on line Voce del Circolo Pertini ha dato la parola a un numero considerevole di soggetti collettivi locali (movimenti, comitati, associazioni, ecc.). In ordine rigorosamente alfabetico: Amici del Tariné, ARCI Savona, Collettivo Autonomo Portuali Genova, Comitato Assoutenti Fibromialgia, Comitato Palmara sì, Comunità di San Benedetto, Cooperativa Ce.Sto, Europa Verde, Federmanager, Genova che osa, Il Rosso non è il Nero Savona, Legambiente Liguria, Manifesto per la Sanità Locale, Movimento Indipendente cittadini per Carignano, No al bio-digestore Santo Stefano Magra, Ordine Ingegneri Genova, Ponente Ambiente Cultura, Rete italiana pace e disarmo, Riconvertiamo Seafuture, Rinascimento Genova, Sarzano in movimento, Società Marittima Mutuo Soccorso Lerici, Unione Sindacale di Base Genova, WWW.Mortaretto.
Emerge così una realtà ricca e articolata di persone disinteressate, che si impegnano generosamente per puro civismo. Con tre connotati distintivi nella quasi totalità dei casi:
- Una mobilitazione locale per la tutela di specifici beni comuni, dalla salute al territorio;
- Un’azione concentrata su un singolo problema, considerato a sé stante;
- Una rappresentazione della questione che stenta a uscire dallo stretto perimetro specifico.
Si registra in positivo un importante patrimonio di partecipazione. In negativo, un approccio che tende a operare – per così dire – svincolo e sparpagliato, non ponendosi il problema essenziale di dare vita a masse critiche: la ricerca di partnership tra affini. In altre parole, non persegue modalità di collegamento che aumentino il peso specifico dell’istanza. Contrattuale e/o antagonista.
Un limite che rende impossibile ai vari soggetti civici colpire il bersaglio (la propria Missione), la cui causa può essere individuata nelle difficoltà di mettere a fuoco chi davvero è il proprio antagonista; l’avversario che persegue l’obiettivo di saccheggiare/distruggere.
Insomma, difetta la consapevolezza acquisita che – seppure in ambiti diversi – ci si sta scontrando contro un disegno strategico complessivo, lucidamente perseguito da un unico antagonista; intenzionato a imporre scelte ispirate a una logica pervasiva: la mercificazione di ogni ambito della vita. Appunto, dalla salute all’ambiente. Un aggregato di potere egemonico, saldamente insediato nella stanza dei bottoni nelle istituzioni di governo amministrativo.
Infatti, in Liguria è da tempo in atto la corsa alla post-democrazia: ossia la mutazione della classe politica in un ceto indifferenziato (se non durante le elezioni, diventate “gare tra marchi, anzichĂ© opportunitĂ per i cittadini di replicare ai politici”), con la trasformazione dell’impegno nel partito in ascensore sociale per carriere individuali. Nello smarrimento del concetto stesso di bene pubblico, sostituito da logiche affaristiche e collusive (sinergiche con l’attacco al lavoro come diritto e attore politico, con il principio di eguaglianza); che nel caso ligure abbiamo da tempo visto all’opera – da chi si fregiava tanto dell’etichetta “destra” che “sinistra” – nella svendita della sanitĂ ai privati come nella cementificazione della costa.
Nonostante la comunanza delle pratiche, la nuova destra al potere apporta due arricchimenti al peggio dell’occupazione politicante per il dominio antidemocratico della società , uno tecnico, l’altro ideologico: il poderoso apparato comunicativo finalizzato a creare una sorta di impero del falso (non ci sono alternative alla svendita dei beni comuni, e chi si oppone è un “radical chic” nemico del popolo. L’alternativa truffaldina tra lavoro e salute), un pensiero unico che teorizza diseguaglianza, antepone il profitto alla coesione sociale, considera l’ambiente una semplice fonte di ricavi.
Il combinato disposto comunicazione-ideologia, cementato dalla spregiudicatezza affaristica, ha generato un’Idra dagli innumerevoli tentacoli, eppure guidati da un’unica testa: il ceto politico-affaristico che ci governa. Una testa che non sarĂ mozzata fino a quando non si riuscirĂ a comprendere e a combattere l’unicitĂ di questo centro di governo, che devasta e –al tempo stesso – colonizza la pubblica opinione. Che va combattuto squarciando il velo di Maja della finzione promossa attraverso le piĂą aggiornate tecniche del marketing e della comunicazione subliminale; vedi gabellare come massimo di efficienza “il modello Genova”: ossia realizzare opere pubbliche senza il benchĂ© minimo controllo. Al tempo stesso portando a fattor comune le innumerevoli istanze di territorio, evidenziando la riconducibilitĂ delle varie partite in gioco a quello che un filosofo democratico della politica definiva “consenso per sovrapposizione”.
In questo quadro la Voce del Circolo Pertini nutre solo l’ambizione di svolgere un ruolo di collegamento e circolazione delle informazioni. Al servizio del disegno di favorire la precisazione e la costituzione di un soggetto unitario interprete della domanda di una Liguria solidale e democratica attraverso le lotte per il diritto alla salute la difesa dell’ambiente (vorremmo aggiungere, del lavoro e della giustizia sociale). Per unire senza unificare, nelle modalità della rete civica (da parte nostra nessuno pensa a una nuova struttura partitica). Facendo rete con quelle che già operano. Per dare corpo e anima allo spettro che si aggira in questi anni – lo spettro della politica democratica di territorio – contro cui tutte le potenze di un vecchio mondo indecente, e che non vuol morire, si sono alleate in una caccia spietata.
Farlo organizzando a breve un incontro di tutti i civici in campo; promuovendo iniziative comuni.